martedì 20 marzo 2012

Una Casa per Tutte le Stagioni

La padrona di casa sognava (e come darle torto) una casa decorata dalle sue mani. Il suo sogno cominciò a realizzarsi poco a poco fino alla ricompensa finale: una casa da sfruttare tutti i giorni dell’anno.

All’esterno, grazie al portico mobile il calore dell’estate è mitigato quando i pannelli sono tutti stesi, mentre d’inverno si può godere della massima luminosità racchiudendo i pannelli scorrevoli. L’arredo è etno-chic grazie al tavolino etnico ridipinto di bianco, a pouf e coperte stese qua e la che danno subito la sensazione di un luogo in cui rilassarsi.


Questo mix è riportato anche all’interno, dove si avverte la mescolanza tra il legno naturale e il bianco, tra un tocco esotico o rustico e un altro più moderno o di design. La disposizione degli arredi e la dimensione delle stanze permettono una circolazione fluida dei percorsi. Le pareti in mattoni (che si possono notare accanto alle travi del living) sono state quasi interamente ridipinte per dare risalto all’arredo, ancor più senso di spazio, di luce e di uniformità. Unica eccezione: la parete di fondo della zona pranzo, in grigio opaco, che s’intona perfettamente al velluto del divano della zona giorno: crea profondità e un perfetto punto focale.

Nella zona pranzo Panton Chair bianche abbinate alle lampade di Biosca & Botey dello stesso colore impreziosiscono il tavolo in legno.


Tra la zona pranzo e la cucina una doppia porta scorrevole in vetro opaco consente, a seconda delle necessità, di occultare odori e confusione e allo stesso tempo luminosità e apertura e si mimetizza con le pareti candide ai lati.


La doppia altezza del tetto permette di essere sfruttata su 3 livelli per la zona notte, grazie ad un comodo soppalco che raddoppia lo spazio e crea una zona intima, e una sensazione di abitare in un loft: sopra il letto matrimoniale, sotto la cabina armadio e, da questa, una scala conduce ad un ampio bagno.


Anche nella camera del piccolo il bianco domani nell’arredo, ravvivato dalla carta da parati a righe bordeaux e dai cuscini multicolor e dai giocattoli. Anche per i piccoli, Panton Chair in versione mini.

Credits

Ciao, a presto,
Marta


venerdì 16 marzo 2012

Love at the First Sight: Hella Jongerius

Hella Jongerius è la designer più importante che (forse) non avete mai sentito nominare, in realtà è sicuramente una delle più influenti designer attiva oggi.
Hella Jongerius, olandese di De Meern, ha studiato Industrial Design presso la Design Academy di Eindhoven laureandosi nel 1993. Nello stesso anno ha avviato il proprio studio di design, il Jongeriuslab. Ha collaborato con molte manifatture prestigiose come Vitra, Royal Tichelaar Makkum, Maharam, Nymphenburg e Camper e le sue opere sono esposte nelle collezioni di molti musei prestigiosi e Phaidon ha pubblicato una monografia a lei dedicata: "Hella Jongerius: Misfit". 

La narrazione è il tratto distintivo del suo lavoro. Le sue creazioni, originali e personali, sono facili da comprendere e con una storia da raccontare. E parlano di memoria, nostalgia, manualità, natura, con una particolare attenzione ai gesti quotidiani. Questa è un'attitudine coltivata durante l’esperienza nel gruppo Droog Design, movimento concettuale nato in seno all’Accademia di Design di Eindhoven, e proseguita a Rotterdam alla direzione dello studio JongeriusLab.

Hella ha realizzato collezioni di oggetti domestici in cui convergono produzione industriale e tradizione artigianale, con la filosofia del pezzo unico, sia che si tratti dei vasi per Ikea, delle lampade per Galerie Kreo, degli arredi per Vitra, manifestando uno spiccato interesse per l’intuitività dei processi creativi, dove sono spesso i materiali e la semplicità d’uso a suggerire la forma, anche con eventuali imperfezioni, che aiutano a trasmettere un'identità.
La sua è una ricerca basata sul dialogo tra contrasti: antico/contemporaneo, pezzo unico/industriale, high/low tech con un obiettivo: offrire agli oggetti un’anima e una ragione di esistere.

Office Pets 2007 per Vitra e Non-Temporary per Royal Tichelaar Makkum.


Porcupine Desk 2007 per Vitra e Frog Table 2009 per Natura Design Magistra.

Animal Bowls 2004 e Four Seasons 2007 per Nymphenburg Sketches.


Poltrona Bob 2010 per Kettal.


Vaso Jonsberg 2007 per IKEA PS.


RE- Lounge Chair per Vitra.


 Groove Bottles 2000 per Long Neck.


 Polder Sofa 2005 per Vitra.


ciao, a presto,
Marta

mercoledì 14 marzo 2012

Oggetto del Desiderio nr 12: Barcelona Chair

Famosissima e oramai un classico elemento di arredo ed una icona di stile, la sedia Barcelona insieme allo sgabello,  vennero disegnati da Ludwig Mies van der Rohe, nel 1929 in occasione della realizzazione del padiglione tedesco per l'Esposizione universale di Barcellona (anch’esso di Mies van der Rohe) che ho visitato moltissimi anni fa e che ha lasciato una traccia indelebile dentro di me.


La poltrona Barcellona è un pezzo imprescindibile del modern classic design ed è un perfetto esempio dello stile minimalista di Van der Rohe, che, in questo caso, è arricchito da elementi di ‘regale oplulenza’. Un’icona della modernità, la sedia di design era ispirata alle sedie pieghevoli dei tempi antichi, note come sella curule, sgabelli utilizzati dall’aristocrazia romana.

Ludwig Mies van de Rohe aveva disegnato la sedia per essere usata, durante l’inaugurazione del Padiglione,  al fine di servire come posti a sedere, per il re e la regina di Spagna, mentre lo sgabello era destinato ad accogliere i loro assistenti.

Le parti del telaio vennero inizialmente progettate per essere imbullonate tra loro, ma questo è stato poi ridisegnato nel 1950, usando l’acciaio inossidabile, che ha permesso che la struttura fosse costituita da un pezzo senza saldatura di metalli, dandole un aspetto più liscio.

Nella versione originale per i cuscini vennero usate pelli di cinghiale poi sostituite da pelli bovine di Spinneybeck e sono sostenuti da cinghie di cuoio tinte per abbinarsi al colore della sedia.  I singoli pannelli di pelle sono tagliati e trapuntati a mano. La stessa tecnologia la ritroviamo anche nello sgabello. Oggi, come allora, si producono le Barcelona secondo le rigide regole dettate dal loro disegnatore.



 

Credit
 
Credit
Credit

ciao, a presto,
Marta
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...